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Esperienze all’Estero

Probabilmente questo non è il periodo migliore per scrivere questo genere di articoli. Nel 2020 sono stata estremamente fortunata, perchè bene o male il mio lavoro mi ha sempre dato l’opportunità di prendere aerei anche per più volte al mese.

Ma, come scrivevo qui, è arrivato il momento di unire l’utile al dilettevole e di partire alla volta di una nuova avventura.
Porterò il mio lavoro con me in queste settimane (come d’altronde ho sempre fatto – il bello di essere freelance è che lavori ovunque e ad ogni ora, il brutto di essere freelance è che lavori ovunque e ad ogni ora)

Così ho deciso di partire, stare via per un po’ e nel frattempo spiegarti come ho organizzato il tutto. Se non hai un lavoro fisso che ti inchioda alla tua città, se hai voglia di aria nuova, facce nuove, motivazione, adrenalina, ma anche se senti la necessità di metterti in gioco e uscire dalla tua comfort zone, questo è l’articolo che fa per te. Spero che tu abbia già il passaporto in mano.

Step 1: cosa voglio fare della mia vita?

Non guardare me, non so nemmeno cosa mangerò a cena. E soprattutto, sono una contraddizione vivente. Amo il freddo, i paesi nordici e il silenzio, eppure sto andando in un posto pieno di vita e che oggi, 14 febbraio, segna 28 gradi.
Ribadisco, io porterò il lavoro con me, avrò le mie collaborazioni da fare e sicuramente mi terrò impegnata con nuovi lavori. Però, anche grazie alla meditazione, ho scoperto che più di qualsiasi altra cosa, avevo bisogno di libertà. Ho cercato un posto che accogliesse, di questi tempi, turisti e non. A questo filtro, ho aggiunto il bisogno fisiologico di MARE. Voglio fare immersioni e tirarmi la tavola da surf sulla schiena finchè non mi riduco a una scatoletta di tonno, ma ho anche voglia di dormire in spiaggia e fare yoga sulla sabbia a orari improponibili.
Inizialmente, ho pensato di andare in un posto nuovo, poi riflettendoci meglio, mi sono resa conto che non sto andando a farmi una vacanza, e che ho necessità di avere un minimo di conoscenza del luogo, dal momento in cui ci dovrò vivere (come dico sempre, uno step alla volta. Se proprio vorrò andare alla cieca, sarà dall’altra parte del mondo).

Se vuoi fare un’esperienza lavorativa, valuta bene anche tu le opzioni. Esempio: una volta, andare a Londra e mandare l’application da Starbucks, iscriversi al NIN e trovarsi un appartamento, succedeva con la stessa facilità con cui nel 2020 usciva un nuovo decreto. Ad oggi, con la Brexit, è leggermente più complicato.
Informati, usa questo strumento meraviglioso chiamato INTERNET, fai ricerche, prendi appunti e non vergognarti a chiedere informazioni a chi ha più esperienza di te.

Vuoi andare ad allevare cammelli nel Sahara o vuoi coltivare banane a Bali? Vuoi diventare direttore del New York Times o vuoi diventare istruttore di paracadutismo in Madagascar? Le opzioni sono infinite. Analizzale, scrivile, rileggile, stringi il cerchio. La risposta, credimi, arriva da sola.

Step 2: ho scelto la meta? Si. E voglio lavorare.

Ecco che arriva il mio prezioso aiuto. Ti sgancio un sito che ti cambierà la vita (sarà quello che userò quando andrò a vivere a Bali per un po’): si chiama WORKAWAY.

Quando sei pronto e sicuro, iscriviti (l’iscrizione al sito costa 35€), seleziona la tua destinazione, e spulcia l’offerta che più ti ispira.
Ogni tua skill e qualità sarà importante, quindi lavòratele bene.

Generalmente, dovrai aiutare un host per circa 5 ore al giorno in cambio di cibo e alloggio (alcuni host possono concedere un’indennità pagata per assicurarsi di offrire almeno il salario minimo nel loro paese)
Le condizioni e gli accordi possono variare a seconda delle competenze che puoi offrire e dei requisiti di ciascun host, ma questo ti permetterà comunque di risparmiare sull’alloggio, lavoricchiare part time – tante volte anche solamente aiutando in casa o, nel caso di un airbnb, aiutando gli ospiti con il check in – e trovarti in contemporanea un altro piccolo lavoretto per fare la tua esperienza, guadagnando qualcosina che ti permetterà di vivere da persona adulta, responsabile ed indipendente.
Ribadisco: nel mio caso avrò il mio lavoro e le mie collaborazioni, quindi per questo viaggio sono apposto, ma se volessi ripetere l’esperienza e non avessi idea di cosa fare, mi affiderei senza ombra di dubbio a questo servizio.
Che top.

Step 3: dormire sotto a un ponte.

Dai raga scherzo. Ma again, la mia è una casistica particolare. Con Workaway avrei avuto l’alloggio già sistemato, ma per necessità ho dovuto affittare un appartamento, stando via per più di 20 giorni. Ho optato per Airbnb, nella maggior parte dei casi se la permanenza supera le 2 settimane, l’host propone una scontistica. Un appartamento che solitamente andrebbe a costare sui 1200€ mensili (40€ a notte/300€ a settimana circa), in questo caso, se si seleziona un mese di permanenza, può presentare anche 2-300€ di sconto.
– Vi ricordo il mio link Airbnb per avere uno sconto sulla vostra prima prenotazione.

Avere un appartamento tutto mio (non in condivisione, con nessuno) mi aiuterà sicuramente anche con le spese per il cibo. Invece di mangiare fuori tutti i giorni, posso farmi una bella spesa e farmi un piatto di pasta a casa.

Piccole accortezze che aiutano a risparmiare soldi per il prossimo viaggio. (a fine mese ho prenotato un’altra cosa, ma non voglio fare spoiler di nessun tipo. Vi dico solo che vi stupirò).

Step 3: andata senza ritorno grazie ciao

Io ho preso sola andata, imbarcando una bella valigia da 20 kg. Il ritorno lo posso prendere in qualsiasi momento, a seconda di voglie e necessità. Se non hai una deadline, ti consiglio di fare lo stesso. Non avendo la data di ritorno prefissata, sarai molto più predisposto a goderti ogni singolo giorno e momento senza l’ansia di dover terminare l’esperienza in un giorno e ad un’ora precisa.

Al contrario, se avere una data di scadenza può stimolarti ad essere più produttivo, prendi anche il ritorno. Esempio: quando volevo andare a lavorare a Milano mi sono presa un airbnb per un paio di giorni per dare curriculum, e ho pagato un mese di affitto in una casa condivisa per avere il tempo di trovarmi lavoro. Se non ce l’avessi fatta, sarei tornata a Padova.
Il lavoro l’ho trovato in tre giorni, perchè ero estremamente determinata e avrò mollato in giro almeno 50 curriculum.
Potresti fare lo stesso, magari sostituendo Milano con qualsiasi altra location a tua scelta (o perchè no, usando la stessa tecnica anche per l’Italia).

(non serve scrivere un intero paragrafo a riguardo perchè penso sia una cosa ovvia, ma impostati un budget prima di partire. Tieniti un libricino dove appuntarti le spese, le uscite, le entrate, gli imprevisti ecc. Ti aiuterà un sacco.)


Esempi pratici.

Ho pensato di stilare una lista di persone che hanno fatto questa scelta di vita e ora vivono all’estero. Li puoi trovare su Instagram e, nel caso, molti di loro so che saranno disponibili per quattro chiacchiere, nel caso avessi dubbi da chiarire.

@inviaggiodasola – Tenerife
@ehi_fran , @michela_michelazzo , @giuliam95 , @niko27official , @samuele_mura , @railish_1507 , @giuliapiaser – Londra
@makeupdelight – Cleveland
@mirkozetazambon – Australia, Vietnam, Laos (van life in generale)
@a.wild.mind , @hey.itsbianca , @giulia_nomad , @cheekycami – Australia
@serengagiust , @kissandmakeup01 , – Amsterdam
@cristinatoscan – Caraibi
@wildflowermood – Fuerteventura
@chiara_1990 – Nizza, Manchester
@ariannalai – Siviglia
@rossellacorea – Lisbona
@fede_calderone – York (UK)
@anto_laci – Barcellona
@lisa_seeberger – Oxford/Cambridge
@ari.anna.26 – Austria
@monica_gym – Hong Kong
@smeralda7 – Qatar
@rachele.esse – Irlanda
@alexandrapereira – Parigi
@iamveronicamaccari – Los Angeles

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